Resilienza

RESILIENZA

La resilienza è il processo di riadattamento di fronte ad avversità, traumi, tragedie, minacce, o anche significative fonti di stress – come problemi familiari e relazionali, seri problemi di salute, o pesanti situazioni finanziarie e lavorative. Resilienza significa “riprendersi” dalle esperienze difficili.

Questa non è una caratteristica che le persone hanno oppure no. Riguarda comportamenti pensieri e azioni che chiunque può imparare e sviluppare.

Accrescere la resilienza è un percorso personale.

DOVE OSANO LE AQUILE

L’errore fa parte della vita. Le persone resilienti sanno che se non si compie qualche errore significa che si è rimasti confinati nel proprio guscio e che non si è osato abbastanza. Di fronte a cocenti sconfitte e fallimenti, lavorativi o personali, le persone resilienti hanno atteggiamenti che permettono loro di non gettare la spugna. Ecco quali.

  • Anche se i risultati di uno sforzo sono pessimi, i resilienti comprendono che avrebbero potuto essere anche peggiori. Apprezzano il fatto di aver avuto la possibilità di tentare e non sono profeti di sventure. Sanno intuire se una battuta d’arresto è temporanea e cercano sempre il risvolto positivo di ogni situazione.

  • Le persone resilienti invece di trovare scuse per gli insuccessi, imparano dagli errori. Un fallimento può essere un’occasione per migliorarsi, se lo si vuole. Dalla sconfitta si possono trarre lezioni di vita o idee e spunti per nuovi progetti.

  • Le persone resilienti approfittano degli insuccessi per poter riconoscere i propri punti deboli. Conoscere i propri limiti e mancanze, così come i propri punti di forza è una condizione basilare per poter progettare come migliorarsi. Così è possibile interpretare la sconfitta come un’infelice conclusione, ma come un nuovo inizio.

STRATEGIE PER MIGLIORARE LA RESILIENZA

  1. Tenere presenti a se stessi i propri punti di forza e ricordarsi di tutto quanto si è stati capaci di realizzare nella vita. Se si è certi delle proprie capacità si sarà abbastanza abili per superare le difficoltà anche nell’ora più buia.

  2. Avere uno scopo nella vita.

  3. Sviluppare una rete di amicizie.

  4. Imparare come essere facilmente adattabile senza rimpianti alle mutevoli circostanze della vita: la flessibilità è un aspetto imprescindibile della resilienza.

  5. Rimanere ottimisti: gli ostacoli sono inevitabili ma non necessariamente durevoli, tanto più se si ha fiducia nelle proprie capacità di superarli.

  6. Prendersi cura di sé: quando si è soverchiati da problemi superiori alle proprie forze si trascurano i bisogni di base. Nutrirsi in modo disordinato o inadeguato, trascurare del tutto l’esercizio fisico e non dormire a sufficienza sono reazioni molto comuni a situazioni di crisi. Acquisire una sana e solida routine per soddisfare i bisogni basilari permetterà di trovare sempre il tempo e l’energia per rimanere in salute e in forma fisicamente.

  7. Di fronte ad un ostacolo, anziché accantonarlo, scrivere un breve elenco con diverse idee per superarlo e mettere in pratica la migliore.

  8. Imparare a valutare le situazioni in modo realistico, senza lasciarsi prendere dallo scoramento.

  9. Di fronte ad un problema è importante darsi da fare, compiere i primi passi verso una condizione migliore e meno stressante, focalizzarsi sui progressi fatti e programmare il prossimo step, ancorché modesto nella giusta direzione. E’ molto meglio fare piccoli passi che essere immobili perché scoraggiati dalla mole del problema che sta dinanzi.

It matters not how strait the gate

How charged with punishments the scroll

I am the master of my fate:

I am the captain of my soul.

(Non importa quanto sia stretta la porta

quanto piena di castighi la vita

io sono il padrone del mio destino:

io sono il capitano della mia anima.)

da Invictus di William Ernest Henley

fonti: vari articoli pubblicati sul web
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2012 in review

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Tolleranza della sofferenza mentale- consigli contro l’angoscia e lo stress

DISTRARSI
  • Altre attività: fa’ esercizio fisico o impegnati in qualche hobby; fa’ le pulizie; esci; chiama un amico o va’ a trovarlo; va’ a fare una passeggiata; lavora; pratica degli sport; va’ a mangiare fuori; occupati del giardino, etc.
  • Contribuire: aiuta gli altri; impegnati in un’attività di volontariato; dà qualcosa a qualcuno; fa’ un gesto cortese verso qualcuno, etc.
  • Confrontarsi: confronta te stesso con le persone come te, o peggio di te. Confronta te stesso con quelli che sono meno fortunati di te.
  • Emozioni opposte: leggi vecchie lettere, o libri, o storie commoventi; va’ a vedere un film emozionante, ascolta musica emozionante. Sii certo che l’evento susciterà in te emozioni diverse da quelle che provi. Suggerimenti: film dell’orrore, libri comici, commedie, canzoni divertenti, etc.
  • Respingere una situazione: allontanati mentalmente dalla situazione; costruisci un muro immaginario tra te e la situazione che stai vivendo.
  • Distrarsi con altri pensieri: conta fino a dieci; conta i colori di un quadro, di un albero; fai un puzzle; guarda la televisione; leggi.
  • Aumentare le sensazioni: prendi in man un pezzo di ghiaccio; stringi forte una palla di gomma nella mano; fatti una lunga doccia bollente; ascolta musica ad alto volume; metti un elastico al polso, tiralo e lascialo andare.
PRENDERSI CURA DI SE STESSI
 
Lenire ciascuno dei cinque sensi.
  • Vista: compra un bel fiore; abbellisci una parte della tua stanza; accendi una candela e guarda la fiamma; apparecchia per bene la tavola, usando gli oggetti più belli che hai. Va a visitare un museo; guarda la natura che ti circonda. Esci di notte e guarda le stelle. Fa una passeggiata in un bel quartiere della città. Cura le tue unghie, per farle apparire più belle. Sfoglia un libro con belle illustrazioni. Va’ a vedere un balletto. Rivolgi un’attenzione partecipe e non giudicante ad ogni cosa che vedi davanti a te e non indugiare su nulla.
  • Udito: ascolta della bella musica; presta attenzione ai suoni della natura (le onde del mare, il canto degli uccelli, la pioggia che cade, il fruscio delle foglie). Canta le tue canzoni preferite. Impara a suonare uno strumento. Rivolgi un’attenzione partecipe e non giudicante ad ogni suono che incontri, lasciandolo entrare da un orecchio e uscire dall’altro.
  • Olfatto: usa i profumi o le lozioni che preferisci. Vaporizza delle essenze nell’aria; accendi una candela profumata. Cospargi i mobili di oli profumati e metti un pot-pourri in un vaso nella tua stanza. Fa’ bollire della cannella; cucina dei biscotti, un dolce o del pane. Annusa i fiori. Fa’ una passeggiata in un bosco e respira, con attenzione partecipe e non giudicante, gli odori freschi della natura.
  • Gusto: fa’ un buon pasto; prepara la bevanda che preferisci e che ti calma di più, come una tisana alle erbe o una cioccolata calda (niente alcolici); concediti un dessert. Aggiungi della panna montata al caffè. Prendi una caramella alla menta. Acquista un cibo speciale. Gusta fino in fondo il cibo che mangi. Mangia ogni cosa con attenzione partecipe e non giudicante.
  • Tatto: fa’ un bagno di schiuma; metti delle lenzuola pulite nel letto. Accarezza il tuo cane o il tuo gatto. Fa’ un massaggio; fa’ un pediluvio. Spalma una crema idratante su tutto il corpo. Metti sulla fronte un impacco freddo. Sprofonda in una comoda poltrona a casa tua. Indossa una camicia, un vestito o una sciarpa di seta oppure un cappotto o dei guanti di pelliccia. Spazzola a lungo i capelli. Abbraccia qualcuno. Fa’ esperienza di ogni cosa che tocchi e nota ogni contatto che ti calma.
SUPERARE IL MOMENTO
 
  • Immaginazione: immagina scene molto rilassanti. Immagina una stanza segreta dentro te stesso e cerca di vedere com’è decorata; va’ in quella stanza ogni volta che ti senti minacciato e chiudi la porta a qualunque cosa ti possa ferire. Immagina che tutto vada bene; immagina di riuscire ad affrontare e gestire le cose adeguatamente. Costruisci un mondo fantastico, quieto e bello, e abbandona la tua mente a questa fantasia. Immagina che le emozioni dolorose scorrano via da te, come acqua da un barile.
  • Significati: trova o crea uno scopo, un significato o un valore nel dolore. Ricordati dei valori spirituali, ascoltali, o leggi qualcosa in proposito. Focalizza la tua attenzione su qualunque aspetto positivo tu possa trovare in una situazione dolorosa e ripetilo continuamente nella tua mente.
  • Preghiera: apri il cuore a un’entità suprema, a una saggezza superiore, a Dio, alla tua saggezza. Chiedi la forza per sopportare il dolore che provi in questo momento. Rimetti le cose a Dio o a un’entità superiore.
  • Rilassamento: cerca di rilassarti tendendo e poi rilassando ogni gruppo muscolare, ascolta un’audiocassetta di esercizi di rilassamento; fa’ un bagno caldo; bevi del latte caldo; fa’ dei massaggi al collo, ai polpacci e ai piedi. Entra in una vasca d’acqua calda o fredda e resta finché non diventa a temperatura ambiente. Respira profondamente; abbozza un sorriso; cambia espressione del viso.
  • Concentrarsi su una sola cosa per volta: focalizza tutta la tua attenzione solo su ciò che stai facendo ora; colloca la tua mente nel presente. Focalizza completamente la tua attenzione sulle sensazioni fisiche che accompagnano le attività non mentali. Sii consapevole dei movimenti del tuo corpo durante ognuna di queste attività. Fa’ gli esercizi di consapevolezza.
  • Vacanza (dai doveri della quotidianità): prenditi una breve vacanza. Mettiti a letto e tira le coperte sopra la testa per venti minuti. Prendi una stanza in albergo, al mare o in un bosco, per un paio di giorni; lascia gli asciugamani per terra dopo averli usati. Chiedi al tuo compagno di portarti il caffè a letto o di prepararti la cena ( e offri di ricambiare). Compra una rivista di gossip, mettiti a letto con dei cioccolatini e leggila. Fatti un toast, raggomitolati su una sedia e mangialo con calma. Va’ al parco con una coperta e siediti lì sopra per un pomeriggio intero. Stacca il telefono per un giorno. Prenditi un’ora di respiro da un duro lavoro che devi fare.
  • Autoincoraggiamento: incoraggia e sostieni te stesso. Ripeti: “Posso farcela”, “Non durerà per sempre”, “Ne uscirò”, “Sto facendo del mio meglio”.
CONSIDERARE I PRO E I CONTRO
 
Fa’ una lista dei vantaggi e degli svantaggi relativi alla tolleranza della sofferenza mentale/angoscia. Fa’ un’altra lista dei pro e dei contro della mancata tolleranza dell’angoscia (cioè dell’affrontare le cose facendosi del male, abusando di alcool o di droghe o attuando altre condotte impulsive). Focalizza la tua attenzione sugli obiettivi a lungo termine, che rappresentano la luce alla fine del tunnel. Ricordati di quando, nella tua vita passata, le sofferenze hanno avuto un termine. Pensa alle conseguenze positive della tolleranza della sofferenza mentale. Immagina come ti sentirai bene, se raggiungerai i tuoi obiettivi e se non agirai d’impulso. Pensa a tutte le conseguenze negaative della mancata tolleranza della sofferenza mentale. Ricorda cosa è avvenuto in passato, quando hai agito d’impulso per sfuggire a ciò che ti stava accadendo.
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Il disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline è un disturbo di personalità appartenente al cluster b dei disturbi di personalità (antisociale, istrionico, borderline e narcisistico) secondo la classificazione del DSM IV. Questi disturbi di personalità sono caratterizzati da un elevato livello di emotività ed imprevedibilità. In particolare il disturbo borderline si caratterizza per l’instabilità delle relazioni personali, l’instabilità dell’immagine di sé e degli affetti e l’impulsività.

I pazienti con Disturbo Borderline spesso vivono nel timore dell’abbandono e compiono sforzi disperati per evitarlo: anche nel caso di separazioni di breve durata reagiscono con rabbia e disperazione.

Le relazioni con gli altri nel Disturbo Borderline sono instabili ed intense, caratterizzate da iniziale idealizzazione, che li induce a desiderare una vicinanza ed intimità totali e incondizionate anche con persone appena conosciute, ma che spesso si tramuta rapidamente in svalutazione di fronte alla sensazione che questi non si dedichino completamente a loro.

I soggetti Borderline attuano frequenti cambiamenti d’obiettivo, di valori, d’aspirazioni riguardanti carriera, identità sessuale, amicizie. Manifestano impulsività in differenti aree potenzialmente dannose per il sé: spese eccessive, sessualità, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate alimentari.

Frequenti sono anche i comportamenti autolesivi, come il procurarsi volontariamente tagli e bruciature, e i tentativi di suicidio. I comportamenti autolesivi trovano un loro perché nel fatto che provocano emozioni intense e il dolore fisico viene utilizzato come un’automedicazione per combattere i sintomi psichici. Inoltre vengono utilizzati anche come punizione per la propria inadeguatezza percepita.

L’umore è molto instabile e passa rapidamente da euforia, tristezza, ansia, irritabilità, rabbia inadeguata con scoppi d’ira violenti. Queste reazioni esagerate sorgono in genere in seguito a sensazioni di abbandono.

Frequenti sono i sentimenti cronici di vuoto.

I criteri diagnostici per il Disturbo Borderline di Personalità secondo il DSM-IV-TR sono 9, devono essere presenti almeno cinque dei nove criteri, come specificato nel punto A.

A. Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:

1. Sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono. Nota: Non includere i comportamenti suicidari o automutilanti considerati nel Criterio 5.
2. Un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione.
3. Alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
4. Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate). Nota: Non includere i comportamenti suicidari o automutilanti considerati nel Criterio 5.
5. Ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante.
6. Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).
7. Sentimenti cronici di vuoto.
8. Rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici).
9. Ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.

Terapia

L’unica terapia che ha mostrato utilità nel trattamento del disturbo borderline di personalità è la terapia dialettico comportamentale (DBT), elaborata da Marsha Linehan. Questa unisce strategie della terapia cognitivo-comportamentale, sia individuale che di gruppo, e tecniche derivanti dalla meditazione orientale (mindfullness).

La Terapia Dialettico Comportamentale si basa su una doppia strutturazione del trattamento, individuale e di gruppo: neltrattamento individuale si lavora sui vissuti del paziente Borderline, si prescrivono dei “compiti” da eseguire durante la settimana, e si effettua una revisione di quelli precedentemente assegnati. Il terapeuta individuale, a differenza della maggior parte delle psicoterapie, offre anche supporto telefonico al paziente per le emergenze (situazioni a rischio di vita); neltrattamento di gruppo vengono insegnate strategie (skills training) in grado di permettere al paziente di adattarsi efficacemente a varie situazioni problematiche, imparando a gestire autonomamente emozioni, pensieri, relazioni interpersonali, stati di intensa sofferenza.

La DBT consta anche di una parte di terapia di gruppo destinata allo skills training, cioè ad esercitare le abilità del paziente nel ridurre i comportamenti nocivi ed incrementare quelli positivi. 

Il primo modulo è quello della Mindfullness. L’obiettivo è acquisire “consapevolezza” dei propri pensieri, azioni e motivazioni prestando attenzione al momento presente, intenzionalmente e in modo non giudicante.

Il secondo modulo è quello della regolazione emotiva. Gli obiettivi sono comprendere le proprie emozioni, ridurre la vulnerabilità e la sofferenza emotiva ed incrementare le emozioni positive, anche tenendo un diario delle emozioni.

Il terzo modulo è l’efficacia interpersonale. In questo modulo si impara a riconoscere le relazioni importanti da mantenere, a curare le relazioni, a stabilire gli obiettivi e le priorità  nella relazione e a costruire padronanza e rispetto di sé stessi.

L’ultimo, ma non per importanza, è il modulo dello stress tolerance che fornisce strategie per superare le crisi.

 

 

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Ora-Jovanotti

Dicono che è vero che quando si muore poi non ci si vede più
dicono che è vero che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv
dicono che è vero che ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più
ora

dicono che è vero che quando si nasce sta già tutto scritto dentro ad uno schema
dicono che è vero che c’è solo un modo per risolvere un problema
dicono che è vero che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di frustrazione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più
ora

non c’è montagna più alta di quella che non scalerò
non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò
ora

dicono che è vero che ogni sognatore diventerà cinico invecchiando
dicono che è vero che noi siamo fermi è il panorama che si sta muovendo
dicono che è vero che per ogni slancio tornerà una mortificazione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non falro più, ora

non c’è montagna più alta di quella che non scalerò
non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò
ora
ora
ora…

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Fai come ti pare-Max Pezzali

Ricordati chi sei
ricordati da dove vieni
ricorda il tuo passato senza subirlo mai
guarda le foto dei tuoi nonni guardagli le mani
ricorda bene quello che vedrai
poi impara tutte le lingue che puoi
senza mai scordarti di quelle che sai
non buttare niente che domani lo ritroverai troverai troverai

e poi fai come ti pare
alla fine sai com’è
quello che potrai incontrare
appartiene solo a te
e purtroppo qualche errore
vedrai che ci scapperà
ma che cosa ci vuoi fare
certe volte capita

sostieni le tue opinioni senza giudicare
e se vorrai cambiare idea la cambierai
in ogni viaggio trovati una storia da imparare
poi quando torni la racconterai
ogni tanto buttati a caso in un bar
siediti ad un tavolo in penombra
e ascolta che cosa dicon le persone chissà chi lo sa chi lo sa

e poi fai come ti pare
alla fine sai com’è
quello che potrai incontrare
appartiene solo a te
e purtroppo qualche errore
vedrai che ci scapperà
ma che cosa ci vuoi fare
certe volte capita

credi nell’amicizia vera non ne dubitare
specie nel giorno in cui qualcuno la tradirà
comprati un disco a caso che non volevi comprare
c’è una canzone che ti piacerà
rischia sempre ma non scommettere mai
non ti vergognare di quello che hai
fatti i complimenti ma quando te li meriti dai che lo sai che lo sai

e poi fai come ti pare
alla fine sai com’è
quello che potrai incontrare
appartiene solo a te
e purtroppo qualche errore
vedrai che ci scapperà
ma che cosa ci vuoi fare
certe volte capita.

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Il mondo insieme a te-Max Pezzali

Forse non sarei
come sono adesso
forse non avrei
questa forza addosso
forse non saprei
neanche fare un passo
forse crollerei
scivolando in basso
invece tu sei qui
e mi hai dato tutto questo
e invece tu sei qui
mi hai rimesso al proprio posto
i più piccoli
pezzi della mia esistenza
componendoli
dando loro una coerenza

come è bello il mondo insieme a te
mi sembra impossibile
che tutto ciò che vedo c’è
da sempre solo che
io non sapevo come fare
per guardare ciò che tu
mi fai vedere
come è grande il mondo insieme a te
è come rinascere
e vedere finalmente che
rischiavo di perdere
mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto
il dono di dividerle con me

forse non avrei
mai trovato un posto
forse non potrei
regalarti un gesto
forse non saprei
neanche cosa è giusto
forse non sarei
neanche più rimasto
invece tu sei qui
sei arrivata per restare
invece tu sei qui
non per prendere o lasciare
ma per rendermi
ogni giorno un po’ migliore
insegnandomi
la semplicità di amare

come è bello il mondo insieme a te
mi sembra impossibile
che tutto ciò che vedo c’è
da sempre solo che
io non sapevo come fare
per guardare ciò che tu
mi fai vedere
come è grande il mondo insieme a te
è come rinascere
e vedere finalmente che
rischiavo di perdere
mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto
il dono di dividerle con me

come è grande il mondo insieme a te
è come rinascere
e vedere finalmente che
rischiavo di perdere
mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto
il dono di dividerle con me.

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Disturbi della condotta alimentare

L’alimentazione e l’appetito molto spesso variano in risposta a condizioni fisiologiche, patologiche, emozionali e vanno ad influire essi stessi sulla condizione fisica e psicologica dell’individuo. Ritengo pertanto importante affrontare l’argomento dei disturbi della condotta alimentare, anche perché è un argomento che mi riguarda molto da vicino.

I disturbi psicogeni dell’alimentazione sono descritti sin dall’antichità, ma una vera e propria rilevanza a livello medico l’hanno ricevuta solo negli ultimi decenni. Questi disturbi sono particolarmente gravi e possono condurre fino alla morte di chi ne è affetto. Alla base di questi disturbi c’è un alterato rapporto con il cibo e con la propria immagine corporea. Dal punto di vista della classificazione si riconoscono: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbi non altrimenti specificati, che comprendono il binge eating disorder, il night eating disorder, la pica, il disturbo da ruminazione. Viene  presa in considerazione anche l’obesità, che pur richiedendo attenzione e cure mediche, non viene considerata un disturbo mentale.

Anoressia nervosa

E’ un disturbo caratterizzato da gravi comportamenti autoimposti tesi alla perdita di peso e motivati da una patologica paura di ingrassare, associati ad alterazioni della sfera endocrina.

Come criteri diagnostici il DSM IV propone:

  1. rifiuto di mantenere il peso corporeo a livello o al di sopra del peso minimo normale per l’età e l’altezza
  2. intensa paura di ingrassare e diventare obeso, anche se il paziente è sottopeso o addirittura emaciato
  3. disturbi dell’immagine corporea
  4. amenorrea secondaria per almeno 3 mesi consecutivi, oppure presenza di cicli mestruali solo in seguito ad opportuna terapia, o ritardo del menarca rispetto all’età media

Il DSM IV inoltre distingue due sottotipi:

  • il tipo restricter, nel quale la diminuzione del peso viene perseguita attraverso la dieta, il digiuno, l’esercizio fisico;
  • il tipo bulimico, nel quale vengono messe in atto regolarmente condotte bulimiche e/o condotte di eliminazione, quali l’induzione del vomito, l’uso di lassativi, diuretici, enteroclismi.

L’anoressia nervosa colpisce prevalentemente il sesso femminile ed insorge in epoca adolescenziale, anche se sono descritti casi ad insorgenza tardiva, oltre i 30 anni o in epoca post menopausale.

Esistono varie teorie sull’eziopatogenesi del disturbo, ma nessuna è in grado di dar conto di tutte le sfaccettature della problematica.

  1. Teorie psicologiche: queste pazienti hanno un’importante sensazione di inadeguatezza ed incapacità e soddisfano la loro innata necessità di autoaffermazione e potere attraverso un rigido controllo sull’alimentazione e il proprio fisico.
  2. Teorie socio-culturali: gli standard di bellezza femminile si sono spostati sempre più verso la magrezza.
  3. Teorie biologiche: sono numerose. Alcune teorie si incentrano sulle alterazioni neuroendocrine. Tra queste molte sono secondarie alla perdita di peso, come la ridotta risposta del TSH al TRH, la riduzione dei livelli di gonadotropine e le ridotte risposte dell’LH ai test di stimolo. Altre alterazioni sembrano indipendenti alla perdita di peso, quali l’aumento della cortisolemia basale, un pattern di secrezione dell’LH di tipo prepuberale. Altre teorie propongono teorie basate su variazioni dell’attività neurotrasmettitoriale. Un aumento dell’attività dopaminergica sarebbe alla base di alcuni sintomi, come il ridotto bisogno di cibo e la perdita della libido. Pare che il turnover della noradrenalina si riduca con il digiuno ed aumenti con il recupero nutrizionale. Un’altra teoria sostiene l’aumento dell’attività oppioide, che in condizioni di malnutrizione potrebbe costituire uno stimolo specifico sull’appetito, con funzione omeostatica, oppure rappresentare una conseguenza dello stress, che a sua volta potrebbe costituire da meccanismo biologico adattativo verso la riduzione delle richieste metaboliche. Altre teorie sottolineano come l’anoressia spesso si associ ad altri disturbi affettivi.

Quadro clinico

Nella maggior parte dei casi le pazienti sono bambine modello, docili, ubbidienti e remissive, ma al contempo perfezioniste e competitive. L’esordio della patologia può essere acuto, ma in genere è insidioso, iniziando spesso con una normale dieta. A volte è mascherato inizialmente da lamentele somatiche o da disturbi digestivi, utilizzati come giustificazione del ridotto apporto alimentare. Talvolta la paziente getta di nascosto il cibo, lo vomita, etc. All’inizio vengono eliminati i cibi ad elevato contenuto calorico, poi  qualsiasi altro alimento. Il cibo permesso viene accuratamente scelto e pesato, spesso l’alimentazione avviene con modalità ritualizzate: classico è lo sminuzzare i cibi e mangiare molto lentamente. Compaiono condottedi alimentazione e viene incrementato il dispendio energetico, mediante un’iperattività generalizzata. La maggior parte delle pazienti ammette di aver avuto fame, almeno nelle fasi iniziali. La fame latente riemerge in alcuni casi sotto forma di crisi bulimiche, in altri nella presenza costante del cibo al centro dei pensieri, sotto forma di interesse per cucina e ricette. Al disturbo dell’immagine corporea, si affianca la negazione di malattia, la mancanza di insight. All’inizio del dimagrimento compare spesso un senso di euforia. Quando però si presenta l’emaciazione, la paziente subisce critiche e pressioni perché mangi, ma ciò rafforza solo i propositi di digiuno e l’isolamento sociale. Quando le condizioni generali deperiscono, l’iperattività scompare e l’umore diviene depresso, fino alla comparsa di un episodio depressivo maggiore.

L’esame fisico

Il calo ponderale è l’aspetto più evidente della patologia. Talvolta raggiunge valori imponenti con l’assunzione di 350, o 400, o 470 calorie al giorno.  Scompaiono i depositi di adipe, le rotondità si annullano e la figura corporea diventa angolosa, i muscoli diventano notevolmente ipotrofici. Nonostante ciò c’è una notevole elasticità nei movimenti corporei.

Sintomo importantissimo e indispensabile anche alla diagnosi è l’amenorrea primaria o secondaria. Vi sono anche delle modificazioni dei caratteri sessuali secondari che si rivelano a livello della pelosità sessuale, con un incremento dei peli del pube e di quelli ascellari, le mammelle sono risparmiate almeno a livello ghiandolare. Per quanto riguarda i genitali interni ed esterni, essi presentano, nei casi avanzati della malattia, una generica ipotrofia.

Altri sintomi organici possono gli edemi.

A livello cutaneo, la pelle diventa secca, rugosa, più sottile del normale e perde di elasticità. Spesso si presenta una pigmentazione di colorito giallo/arancio. Per quanto riguarda il sistema pilifero, i capelli perdono di vitalità e consistenza, i peli sessuali sono conservati se non incrementati; soprattutto, però, spesso vi è la comparsa di una pelosità superiore alla norma, in particolare sul viso e sugli arti, detta lanugo. A livello dentario sono presenti numerose carie accompagnate spesso da gengiviti.

A livello cardio-circolatorio, è presente una notevole ipotensione, con ipotonia venosa. Altro sintomo somatico appartenente a questa categoria è l’acrocianosi che si associa alla secchezza della pelle e riduzione della secrezione sudorale e sebacea. La pelle appare chiazzata, rosso/bluastra e cianotica. La presenza di questa alterazione ha come importante conseguenza che anche in ambienti caldi, il freddo provoca forti ed intensi dolori. La funzionalità cardiaca è influenzata da una sua ipotrofia e da un concomitante allungamento (“cuore a goccia”); si presenta anche bradicardia.

L’apparato digerente riveste un ruolo predominante per le sue implicazioni psicologiche a livello della motilità gastrica. Essa non sembra differire da quella delle persone normali ma le ragazze anoressiche interpretano una situazione perfettamente fisiologica, cioè i “crampi allo stomaco”, come un fastidio. La funzionalità intestinale è caratterizzata soprattuttodalla costipazione (stipsi e rallentamento della motilità intestinale).

Le alterazioni legate a disfunzioni corticali sono essenzialmente due, l’ipotermia e le alterazioni del sonno. Per quanto riguarda la prima spesso vi è una riduzione della temperatura basale. Le alterazioni del sonno, invece si manifestano soprattutto con un risveglio precoce o al mattino, e/o un risveglio a metà della notte.

Disturbi associati

Frequentemente i disturbi della condotta alimentare sono associati a disturbi dell’umore, in particolare la depressione maggiore e la distimia. Il sottotipo bulimico presenta una maggior familiarità per depressione e alcolismo, ospedalizzazioni più frequenti, l’associazione con cleptomania, l’abuso di alcol e farmaci, uso di stupefacenti. In alcune pazienti la bulimia può presentarsi successivamente, durante la remissione del quadro anoressico. Spesso sono presenti tratti ossessivo-compulsivi.

Decorso e prognosi

In genere si tratta di un episodio singolo, seguito da una remissione più o meno completa; altrimenti l’andamento può essere ricorrente, con oscillazioni tra remissioni e ricadute. La mortalità varia dal 5 al 20% ed è dovuta alla denutrizione e agli squilibri elettrolitici, più raramente al suicidio. Si ha guarigione fino al 30% dei casi. Nel 50% dei casi permangono  sintomi residui o sequele psicopatologiche, come sintomi depressivi, tratti ossessivo-compulsivi, fobia sociale o dipendenza da farmaci. L’amenorrea si risolve in un terzo o due dei casi, pur residuando spesso varie irregolarità mestruali. L’adattamento sociale risulta generalmente compromesso, soprattutto nella sfera socio-lavorativa e sessuale.

Terapia

Il trattamento a breve termine è finalizzato alla correzione delle complicanze mediche, quali la disidratazione e gli squilibri elettrolitici. E’ quindi necessario combattere il grave dimagramento e ristabilire uno stato nutrizionale accettabile. In una prima fase è consigliabile il ricovero in ambiente ospedaliero specialistico e prescrivere una dieta strutturata che preveda un aumento graduale delle calorie e un aumento di peso di circa 250g al giorno. In questa prima fase come farmaci vengono utilizzati gli antidepressivi. Anche i neurolettici nelle fasi iniziali possono essere utili per migliorare la compliance e per limitare l’iperattività. Una volta ottenuto l’aumento ponderale occorrerà stabilizzare i risultati e reinserire la paziente nel suo ambiente socio-familiare. Utile è quindi un trattamento psicoterapico, volto a fornire una corretta educazione nutrizionale e migliorare le capacità di socializzazione.

Bulimia nervosa

E’ un disturbo caratterizzato da “abbuffate”, ossia episodi contrassegnati dall’ingestione, in un breve periodo di una grande quantità di cibo, in genere ipercalorico; alle crisi seguono peculiari alterazioni dell’umore, come depressione, sensi di colpa e tutta una serie di comportamenti tesi a sbarazzarsi del cibo ingerito o prevenire l’aumento di peso che ne deriverebbe. Anche in questo caso c’è un’alterazione della percezione della propria immagine corporea. L’età d’esordio è attorno ai 18 anni e in genere al momento della richiesta d’aiuto la malattia dura va avanti da 5 anni. E’ molto più frequente nel sesso femminile e che svolgono peculiari attività (modelle, ballerine, atleti).

Eziopatogenesi

Viene sottolineata l’importanza di fattori culturali, in particolare l’enfasi della magrezza. Esiste una teoria detta Modello della dipendenza dal cibo, che considera la bulimia una manifestazione di una generica predisposizione all’abuso di sostanza e alla dipendenza. Altri autori sottolineano come la bulimia tenda ad automantenersi in seguito ai rinforzi positivi (sensazione piacevole dovuta all’ingestione di cibo) e ai rinforzi negativi (sollievo da ansia, tensione, depressione o disforia). Il vomito costituisce poi un ulteriore rinforzo negativo, in quanto permette di mangiare cibi calorici senza aumentare di peso. Esiste una stretta correlazione quindi tra obesità e sovrappeso, dieta e crisi bulimiche. Spesso infatti le pazienti bulimiche sono sovrappeso durante l’adolecenza, hanno un’alta incidenza familiare di obesità e l’esordio dellecrisi bulimiche è concomitante o appena successivo ad un periodo di dieta. Ci sono indizi che alla base della bulimia ci sia un disturbo affettivo. Alcune teorie sottolineano l’importanza della serotonina, un importante mediatore ipotalamico dei segnali di sazietà. E’ stato ipotizzato che nella bulimia ci sia una compromissione della risposta serotoninergica, che potrebbe essere alla base del comportamento impulsivo e dei disturbi affettivi frequentemente associati. Le abbuffate, ricche soprattutto di carboidrati, determinerebbero un aumento del tono centrale serotoninergico e quindi permetterebbero di soddisfare il senso di fame e di correggere la disforia o la depressione alla base della crisi. Altre teorie rilevano una ridotta attività delle vie dopaminergiche oppure basse concentrazioni di b-endorfina.

Quadro clinico

La maggior parte delle pazienti bulimiche è normopeso, tuttavia è presente un’intensa paura di ingrassare, assieme ad un eccesso di preoccupazioni concernenti il peso, la forma, le proporzioni o l’aspetto del corpo. Non necessariamente è presente il desiderio di dimagrire ed alcune pazienti vogliono mantenere il loro peso corporeo. Sono ipersensibili ad ogni aumento di peso, che viene percepito anche solo da una maggior aderenza degli indumenti. Le oscillazioni ponderali possono costituire una grave preoccupazione ed aggravare il pattern alimentare.

La crisi bulimica è una condotta alimentare tipica. I fattori scatenanti del singolo episodio sono in genere: stati d’animo negativi, come tristezza, ansia, stress, collera, solitudine, noia, più raramente stati di benessere od euforia. Altre volte è l’aver assaggiato uno dei cibi proibiti od altamente calorici. Solo in casi sporadici le crisi non sono legate allo stress, ma progettate in anticipo. Durante la crisi si genera un sollievo dall’ansia ed un allentarsi della tensione, transitori, in quanto poi subentrano sensi di colpa, depressione, svalutazione e distusto di sé, desideri di morte o pensieri di suicidio. Ciò motiva il ricorso alle condotte di eliminazione, in particolare il vomito autoindotto, solitamente stimolando meccanicamente il faringe, più raramente con farmaci emetici. Frequente è l’abuso di lassativi, diuretici e il masticare il cibo senza deglutirlo. Alcune pazienti ricorrono all’esercizio fisico praticato in maniera rigida e compulsiva.

La quantità di cibo ingerita per episodio è enorme, tra le 5000 e le 20000 calorie. In genere si tratta di cibi estremamente calorici, ricchi di carboidrati o grassi, che non richiedono particolari preparazioni e che viene ingerito con voracità, in fretta, con una masticazione sommaria, senza gustare il sapore, alternando in modo caotico cibi dolci e salati,con la sensazione di perdita di controllo sul proprio comportamento. In genere la crisi avviene in segreto e in solitudine, almeno una voltà al giorno, seguita da vomito autoindotto. Ogni singolo episodio ha una durata in genere inferiore alle 2 ore. Le pazienti continuano a mangiare finché non intervengono fattori esterni alla loro volontà, come il sonno, il sopraggiungere di altre persone, dolore o gonfiore addominale o l’esaurimento del cibo.

I disturbi di carattere medico più frequenti sono squilibri idro-elettrolitici (alcalosi metabolica, ipocloremia, ipokaliemia). Altri sono la dilatazione gastrica acuta dopo una crisi, che può condurre alla perforazione, e la lacerazione esofagea a seguito del vomito. Ci può essere aumento di volume delle paratiroidi, per cause da stabilire. Frequenti sono anche le complicanze odontoiatriche. Sono molto frequenti le irregolarità del ciclo mestruale, ma solo una minoranza delle pazienti è amenorroica.

Disturbi associati

Molto frequentemente nell’anamnesi si ritrova anoressia nervosa. Nel quadro clinico trasversale spesso si riscontrano disturbo distimico e depressione maggiore. Sono inoltre presenti disturbi del comportamento e del controllo degli impulsi e tentativi di suicidio.

Decorso

La malattia di solito inizia nell’adolescenza o nella prima giovinezza. Il vomito abituale in genere compare dopo circa un anno. L’esordio è spesso associato ad una dieta dimagrante, in altri casi è presente un evento di perdita o separazione. Sempre più frequenti, le crisi bulimiche tendono a sovvertire completamente le abitudini alimentari, per cui scompaioni i pasti regolari e restano le crisi, alternate a periodi di digiuno o di rigide restrizioni. In genere trascorrono dai 3 ai 6 anni prima di rivolgersi al medico o allo specialista. E’ possibile che si verifichi una remissione spontanea più o meno completa.

Terapia

Il ricovero in ambiente ospedaliero è consigliabile nei casi più compromessi (ipopotassiemia o altri squilibri elettrolitici, aritmie cardiache, ematemesi, tossicomania, etilismo), con marcata componente depressiva, o con rischio di suicidio. L’ambiente ospedaliero è inoltre la sede ideale per la sospensione dei diuretici e dei lassativi. Il trattamento farmacologico si avvale di anticonvulsivanti ed antidepressivi. Tra le metodiche psicoterapeutiche più efficaci c’è l’approccio cognitivo-comportamentale.

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Evvai-bis ;)

Nuovo passo verso la normalità!!!! Mi sento sempre più contenta dei miei risultati!

Aspetto con ansia il momento di dire addio a tutto ciò che mi fa sentire una ragazza anormale, difettosa, incompleta. E questi progressivi cambiamenti verso la normalità mi rendono felice, perché vi leggo l’avvicinarsi della possibilità di esaudire i miei sogni.

Forza Saretta continua su questa strada, non ti abbattere e ce la farai!Ci riuscirai presto!!!

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